AL PASSAGGIO DELLA PROCESSIONE I FERCOLI VENGONO RIVOLTI VERSO I FRATELLI RECLUSI NEL CARCERE DELL'UCCIARDONE

Il pellegrinare della processione giunge ai margini del distretto parrocchiale, in via Enrico Albanese dove un tempo si trovava l’antica parrocchia di Santa Lucia e dove si generò l’attuale confraternita, ormai siamo giunti a tarda serata, ancora si è in tempo per adempiere all’ultimo rituale, forse il più atteso dai detenuti del carcere dell’Ucciardone.


I confrati dispongono i pesanti fercoli verso le finestre del carcere e accompagnati dalle note musicale che per l’occasione suonano con grande rumoreggiamento, li sollevano in alto compiendo un inverosimile sacrificio affinché le sacre immagini possano essere viste dai detenuti.
Dalle finestre sbarrate, s’intravedono le loro mani nude o che sventolano un fazzoletto bianco e si percepiscono le voci che inneggiano carmi di devozione.
Qui la commozione generale invade l’animo degli astanti, alcuni piangono, diversi si sentono male, altri a voce piena si rivolgono alla sacra effige affinché possano intercedere per i detenuti di quel luogo di pena.

- Testo tratto dal sito Panormus.